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Di Stefano Bergagna (del 22/10/2007 @ 22:34:53, in Storia, linkato 6052 volte)

Domenica 21 ottobre ho partecipato ad un escursione sul monte Sabotino organizzata dagli Alpini di Buja e dal C.A.I.

La salita a pedi fino alla sommità del monte comprendeva la visita ad alcune opere militari della prima guerra mondiale. Il Sabotino è forse uno dei monti dove si svolsero le battaglie più cruente di quel tragico conflitto. Dalla sommità del monte Sabotino si vede un panorama fantastico. Da un lato si ha l’impressione di toccare Gorizia, dall’altro si ha un’ampia veduta sulla valle dell’Isonzo.

Risulta evidente la posizione strategica di questa altura. Sono visitabili molte gallerie, trincee, fortificazioni realizzate in quel periodo ed ancora ben conservate. L’ escursione sul monte Sabotino ha seguito di poco l’incontro pubblico, in Biblioteca venerdi sera, organizzato dal Circolo Laurenziano, dove veniva presentato il libro “I Forti e il sistema difensivo del Friuli” riferito alla prima guerra mondiale. Alla presenza di un pubblico numeroso ed attento, l’autore Marco Pascoli ha illustrato con fotografie il suo splendido volume. (Una curiosità: l’autore a fine serata mi ha raccontato di essere stato allievo del prof. Rudi Fasiolo, attualmente Consigliere Comunale. Mi sono trovato un po’ in difficoltà a “glissare” sul fatto che i Consiglieri Comunali di sinistra a Buja partecipano solo agli incontri ed eventi che organizzano loro…) Tra 10 anni ci sarà il centenario della fine della Grande guerra. Il nostro territorio regionale, in particolare la “Valle del Tagliamento” conserva numerose opere militari di quel conflitto. Sarebbe interessante poter arrivare a quell’appuntamento con la realizzazione di un grande museo all’aperto. Se non sbaglio la Regione ha avviato un progetto per quest’ idea. Tuttavia il territorio, offre la possibilità di trovare un sito per realizzare anche una sede museale prestigiosa e significativa, che potrebbe generare un flusso turistico d’interesse anche dalla vicina Austria. Ad esempio un edificio dell'epoca potrebbe essere quello del forte sul Monte Ercole a Gemona o quello sul Monte Festa.

In questo periodo le tematiche della grande guerra sembrano tornate di moda. In ogni caso trovo scandaloso che per oltre sessant’anni nessun Ministro od Autorità, in rappresentanza del Governo Italiano, si sia recata a rendere onore al grande Sacrario Militare Italiano di Caporetto. (In passato qualche volta mi è capitato di farci una visita. Una desolazione. Le lapidi di migliaia di soldati Italiani morti in quella Guerra. Non un fiore, neppure la Bandiera italiana, un abbandono assoluto!).

Poi, tutto d’un tratto, qualche mese addietro, Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Romano Prodi, nel corso di una visita in Slovenia, si è recato in visita al Sacrario e al Museo della grande guerra di Caporetto. L’altro giorno, sabato 20 ottobre, è avvenuta la visita del Ministro della Difesa, Parisi.

A me pare un evento di portata storica, un effetto a “scoppio ritardato” della caduta del muro di Berlino.  A seguito della visita del Presidente del Consiglio, mi sono premurato di verificare cosa dicevano i grandi quotidiani nazionali. Sul Corriere delle Sera e La Repubblica , non una parola! Evidentemente il nome Caporetto (oggi Kobarid in territorio Sloveno) è stato rimosso, in modo accurato, dalla coscienza collettiva degli italiani. Il simbolo di una sconfitta. Li hanno operato come ufficiali anche Badoglio e Cavallero. Uomini che hanno avuto un ruolo di primo piano poi nella seconda guerra mondiale. Rievocare gli eventi di Caporetto non avrebbe contribuito a dare una bella immagine di questi importanti ufficiali. Nel dopo guerra c’era Tito e il confine orientale, poi l’immagine dell’ Italia “Brava Gente” da difendere. Un esempio di come i fatti storici possono essere manipolati nella coscienza collettiva.  

 


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